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Iolanda Della Monica, 34 anni, è nata e risiede a Cava de’ Tirreni (SA). È un’insegnante di lingue e religione, sposata da due anni. Gli ultimi anni della sua vita sono stati segnati da una serie di eventi spiacevoli, culminati con la perdita della madre nel giorno della festa delle donne. La poesia rappresenta per lei una fonte inesauribile di ispirazione e conforto: è il suo motore, il punto di partenza, la compagna di viaggio e la meta finale.
Iolanda è una persona solare, sognatrice, empatica e resiliente, che non si perde mai d’animo, anche grazie alla sua fede. Ha partecipato a diversi concorsi letterari, classificandosi ai primi posti e ricevendo premi speciali. Il suo sogno è scrivere un libro, destinare i proventi alla ricerca contro il cancro e utilizzarlo come mezzo per girare nelle scuole e ispirare i ragazzi.
Un esempio di vita dedicata alla poesia e all’insegnamento, con un cuore pieno di speranza e progetti per il futuro.
Amami
Amami,
Al chiarore della luna quando è sera
Amami,
Allo sbocciare del primo fiore di primavera,
Amami,
Quando la luce delle stelle ci sovrasta
Amami,
Quando anche solo un sorriso ci basta.
Ma Amami,
Anche quando il buio ci inghiottisce
Amami,
Anche quando lacrime bagnano gote lisce
Amami,
Anche quando le tempeste ci massacrano il cuore
Amami,
Anche quando il giorno non rinasce dopo che la notte muore.
Amiamoci
Oltre le distanze e le differenze,
Oltre il grigiore delle maldicenze.
Amiamoci
Oltre l’alba che precede il mattino,
Oltre l’ignoto del nostro assurdo destino.
Amiamoci
Nell’ardore di una nuova promessa,
Se cambio o se resto sempre la stessa.
Amiamoci
Come bambini innocenti su prati verdeggianti
E saremo oltre l’oggi, nel nuovo domani amanti raggianti.
L’arcobaleno dell’innocenza
Danza il vento
Segue il lamento
Della terra ferita
Di polvere di vita
Canta la nuova alba
Distrutta nell’alma
Dell’ultimo suo tramonto
Di un dolore senza confronto.
Farfalle nell’azzurro volteggiano
Come bambine con grembiuli bianchi
Felici di non essere tra i banchi
Nel giorno di festa.
Accarezzano fiori colorati
Con il naso all’insù imitano
Girasoli al cielo rivolti
Nell’inconsapevolezza delle loro sorti
Grigiore, pallore, panico,
tutto appascisce e scolorisce
per opera della mano
della belva umana.
Niente può contro l’innocenza
Che resta immacolata
In una bellissima giornata
e nonostante il suo veleno
mai più sbiadirà il loro arcobaleno.
Radici
Nel ventre di fuoco
Geme la terra
Combatte ogni giorno
La sua guerra
Contro l’umano
Da lei stessa creato
Ma che una volta al mondo
Di lei si è dimenticato
La madre non esaurisce il suo amore
Lo rinvigorisce nel profondo suo cuor
E prima che egli sia per sempre perduto
Mostra le sue bellezze, panorami mozzafiato,
immense colline, prati fioriti e cascate.
Ritrova le sue radici
La creatura che le aveva spezzate
Per tornare a vivere felice nel verde delle vallate.
Un giorno da leone
Ali spezzate,
libertà negate
paura dell’oblio,
non del giudizio di Dio,
giustizia che muore
inganno, dolore
strazio e miseria
notte, buio, poi, sera.
Ordigni esplosi
Auto in aria saltate
Coscienze mai lavate.
Poche le milizie schierate
Sul fronte di questa guerra
Che sembra persa in partenza
Ma se combattuta all’ennesima potenza
Porterà alla fine di questa pestilenza.
Chi è perito con onore
Ha saputo guardare altrove
Verso un mondo più pulito
Dove la giustizia trova il suo posto preferito.
Due figure, due uomini veri,
Paolo Borsellino e Giovanni Falcone,
a cento giorni da pecora ne han voluto uno da leone.
Vivere con coraggio e morire con onore
Perchè per la patria han consumato il loro amore
Vestito di giustizia, ornato di speranza,
mentre il mondo, imperterrito, continua la sua danza.
Gesto Eroico
In via Carini
Tanti anni fa
Accadde un fatto
Senza pietà
Un uomo in divisa
Da un’arma colpito
Perì per creare
Un mondo più pulito
Dalla mafia e dal terrore
Che seminavano certe persone
Ma il suo essere determinato
Non morì in quell’attentato
Un gesto eroico senza precedenti
Ha dato più voce di tanti silenzi.
Fu la più alta carica dello Stato
Fino a quell’istante
Ad esser da Cosa Nostra ammazzato
Insieme alla moglie che era al volante.
Dalla distruzione di una famiglia
Nacque un seme di speranza
Che come un messaggio in bottiglia
Attraversa oceani e arriva in ogni stanza.
Ancora oggi le figlie del generale
Lottano per estirpare questo male
Marciume putrido della società
Per aver in cambio la libertà.
In Guerra
Sono tutti sugli attenti,
soldati semplici e tenenti.
odo spari da lontano,
perche’ trema la mia mano?
sulle tombe ci son gigli,
madri piangon per i figli,
mogli perdono i mariti,
altri tornano feriti.
in quel campo non c’è amore,
solo pianti, grida e orrore.
tutto è spento dal dolore,
nella battaglia del terrore.
non v’è pace in questo mondo,
dov’è quel dio che l’ha creato.
l’uomo è perso nel suo fato,
e nel male più profondo.
il traguardo è alla morte,
non c’è scampo a questa sorte.
non c’è vita in queste ore,
ma io mi batto per l’onore.
di un soldato cosa resta?
se non torna non c’è festa.
se cadra’ sara’ osannato,
e per sempre ricordato.
Magico Tramonto
Sola e pensierosa, levo gli occhi al cielo,
scorgo che si è vestito di un rosseggiante velo,
sembra quasi il viso imbarazzato
di un dolce giovane innamorato.
Rapisce il mio sguardo una sfera luminosa
che par del mondo illuminar ogni singola cosa,
si cala dolcemente tra le culle già pronte,
sparisce sorridendo dietro l’imponente monte.
La magia del tramonto oramai si è compiuta,
s’assopisce ogni creatura che il sogno non rifiuta.
Polvere nel vento
Si levano al cielo
Rami costellati di foglie
Non fiorisce l’albero
Come il parto dopo le doglie
Reciso è il fiore
Alla sua prima aurora
Nostalgia di un battito
Che non si ode più
Lontano, tra le rive
Del fiume che più
Non dorme nel suo letto
E il mare invano l’attende
Tra il susseguirsi di onde e tempeste
Dove il fulmine sfiora il suo manto
E il tuono ferisce le nuvole
Il sole si è spento
Ed è solamente buio
Sulla terra e nel cuore
Che inarrestabile continua
La ricerca disperata
Dell’anima che un tempo
Gli apparteneva e che
Ora altro non è che
Polvere nel vento.